Tra la politica interna che riempie le pagine dei giornali, l'Irak che monopolizza l'attenzione, il massacro quotidiano dei giovani palestinesi diventa una routine. Se ne parla,certo, ma lo si da per scontato. E' subentrata una sorta di assuefazione al sangue, ai morti, all'orrore. Va avanti da mesi ormai ma non si sa più come rappresentarlo.
Le immagini dei militari israeliani che fanno rastrellamenti e di giovani palestinesi insanguinati, tenuti in braccio e trasportati non si sa dove, passano quasi ogni sera nei telegiornali. E, quasi ogni sera, vengono ripetute frasi fatte, e appiccicaticcio di veline governative. Anche i giornali,ovviamente, ne parlano quasi con scoramento. E' una vicenda, sembrano dire, di cui è già stato detto tutto. Se gli USA hanno dato il loro,tacito,assenso che possiamo fare?
Così, prosegue la politica dell'isolamento, della stretta del cappio.Della costruzione del recinto. Dovremmo indignarci, prima di tutto con noi stessi per la nostra indifferenza, poi con l'Unione Europea incapace di trovare una posizione comune. Già,l'Unione Europea. ma esiste?